Gulliverizzazione


Il processo di "gulliverizzazione" è stato illustrato da Gaston Bachelard, nel suo La poetica dello spazio (1957), Bari, Dedalo, 1975, e poi ripreso da Gilbert Durand, nel denso lavoro per una sistematica dell'immaginario, Le strutture antropologiche dell'immaginario. Introduzione all'archetipologia generale (1963), Bari, Dedalo, 1972. Si tratta di un'articolazione complessa di determinate caratterizzazioni fisse, relative ad alcuni personaggi chiave dei racconti di magia e in generale delle fiabe. I giochi di rimpicciolimento e ingrandimento svolgono un ruolo significativo nell'allontanare o avvicinare il pericolo magico e nell'introdurre, come elementi apotropaici, i processi di eufemizzazione: «La gulliverizzazione è dunque una minimizzazione rovesciata della potenza virile. Esiste una "potenza del piccolo" che fa sì che Visnù stesso sia talvolta chiamato "il nano", mentre le Upanishads danno l'epiteto di "alto come un pollice" a Parusha "presenza di Dio in noi"» (Gilbert Durand, Le strutture, cit., p. 214).



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